Quando immaginiamo Venezia vengono subito in mente le immagini delle bellissime gondole che galleggiano quasi aeree per i canali e la dolce atmosfera romantica. Tuttavia addentrandosi tra le vie e le isolette gremite di turisti possiamo scoprire antiche leggende, luoghi inquietanti e presenze spettrali. Poveglia isola oggi immersa nell’oblio è forse la convergenza di tutto questo, la troviamo lungo il canal Orfano, fra la serenissima e il porto Malamocco. Oggi è disabitata e decadente però ci parla ancora dei suoi racconti di fantasmi e segreti, andiamo a scoprirli insieme.
La storia di Poveglia isola della morte nera
Ci troviamo nell’anno 864, in seguito all’uccisione del tredicesimo doge di Venezia, Poveglia accoglie 200 famiglie di servi a lui più fedeli. L’isola prospera negli anni finché nel 1379 scoppia una guerra fra le repubbliche marinare di Genova e Venezia. Poveglia isola dalla posizione strategica è sfruttata come avamposto militare e tutti gli abitanti sono costretti ad abbandonarla. Da allora questo territorio rimane inabitato e condannato ad essere usato con finalità raccapriccianti. Infatti nel 1630 diventa un lazzeretto quando la peste cavalca l’Europa mietendo milioni di vittime. Venezia comincia ad esiliare ogni cittadino con sintomi apparenti, al punto in cui i sospettati sono strappati dalle loro case e portati al centro dell’isola. Qui erano condannati ad essere bruciati tra pile di cadaveri in decomposizione. La testimonianza di questo strazio si trova nel terreno di Poveglia stessa dove, sotto placidi vigneti, sono ancora oggi rinvenuti migliaia di corpi.
Il manicomio e le voci dall’oltretomba
Nel corso degli anni intorno all’isola e ai suoi morti nascono delle leggende, tutte legate a una sorta di essenza maligna. Il mistero diventa ancora più oscuro quando nel 1922 costruiscono uno strano edificio, forse una clinica per malati di mente. Infatti questa ipotesi è confermata delle rovine dell’ospedale che urlano la loro verità perché inciso sulle pareti dell’ingresso si legge chiaramente: reparto psichiatria. Gli anni in cui è attivo il manicomio sono ricchi di episodi e avvistamenti inquietanti. Sembra che i pazienti dell’ospedale fossero tormentati dalle anime senza pace dei corpi divorati dalla peste. Trattandosi però di individui classificati come malati di mente, i loro racconti non sono presi in considerazione. Piuttosto funsero da pretesto per soddisfare la crudeltà del direttore, che la leggenda ci descrive come un feroce lobotomizzatore.
La follia di un sadico
I mezzi adoperati nel manicomio di Poveglia per la cura dei malati di mente sembra fossero atroci e primitivi. Con un punteruolo veniva penetrata la palpebra del povero paziente e con movimenti sicuri e decisi si separavano i lobi frontali dal talamo. La leggenda si conclude con la morte del dottore che, tormentato a sua volta dagli spiriti, impazzisce e si suicida gettandosi dal campanile dell’isola. Un’infermiera presente a questo fatto ha raccontato che egli non morì durante l’impatto col suolo, ma soffocato da una strana nebbiolina propagata dal terreno. Verità o leggenda questo posto continua ad affascinare turisti ed appassionati di ignoto che continuano a visitarla. Così come visitano altri posti enigmatici di cui l’Italia è piena, ad esempio il castello di Azzurrina. Luoghi di apparizioni misteriose, rumori inquietanti e sinistri lamenti che probabilmente non finiranno mai di sorprenderci.