La Ghirlandina ed il meraviglioso Duomo di Modena sono i simboli assoluti che rappresentano la città per i modenesi. Tuttavia non tutti ne conoscono i segreti, sono quelle storie del focolare raccontate dai nonni che narrano di miti e segreti. Una struttura marmorea che, dietro al candido bianco delle sue pietre, conserva inaspettate sorprese. Perciò l’associazione LaRoseNoire in collaborazione con Teatro Nero, presenta: I Volti nascosti di Modena – Storie e personaggi.
Un enigmatico epitaffio nel Duomo di Modena
Capolavoro dello stile romanico, la cattedrale è edificata dall’architetto Lanfranco nel sito del sepolcro di san Geminiano, patrono di Modena. Sono infatti qui conservate le sue ossa nella cripta che cela anche altri misteri e stranezze come quello di una donna longobarda di nome Gundeberga. La sua lapide ci ricorda che è morta il 12 Giugno 570 d.C., come tradizione presso i romani è accompagnata dalla denominazione dei consoli dell’epoca. Ora sappiamo tutti che l’impero romano è finito con Romolo Augusto il 22 Agosto del 476 d.C., eppure l’iscrizione sovverte la storia. Il Duomo di Modena sorge su una necropoli, infatti per la sua costruzione sono stati utilizzati marmi di epoca romana. La lapide della misteriosa Gundeberga stranamente non viene toccata, tanto meno spostata. Ma non finisce qui perché accanto all’epigrafe si trova la statua della Madonna della Pappa con Sant’anna, il cui volto potrebbe essere proprio il suo.
Il mistero delle metope
Questa formidabile architettura è protagonista di altre leggende, ossia i bassorilievi che mostrano figure e luoghi del mondo lontani. Uno dei casi più clamorosi è sicuramente quello della figura orientale, noto anche come l’indiano del duomo. Abbastanza riconoscibile in quanto porta capelli lunghi, lisci, ben pettinati e fluenti sulle spalle, e presenta lineamenti orientali. Ciò significa che i modenesi erano in contatto con persone proveniente dall’oriente e dall’India. La sua posizione è ben precisa, ovvero quella del piccione reale, che ha un significato ascensionale, di collegamento tra il cielo e la terra. Infine nella Porta Regia troviamo una singolare colonna annodata, tecnicamente definita colonna ofitica, si tratta di una tradizione antica e misteriosa. In Italia si sono solo 24 esemplari e la più antica si trova nel pulpito della pieve di San Pietro a Gropina, in Toscana, che risale al VIII secolo d.C.
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