Tecnicamente, tutti i serial killer cedono alle loro pulsioni, ma c’è un limite a tutto e questi è quello superato da Richard Trenton Chase. Quest’uomo ribaltò i ruoli e, da vittima diventò carnefice spietato con l’ossessione per il sangue. Ma soprattutto la sua innaturale convinzione era che questo sangue gli servisse per sopravvivere. Tuttavia, questo dettaglio non fu nemmeno il tratto più inquietante della sua storia, perché quello che fece andò ben oltre i limiti dell’abominio.
Nato per uccidere l’ossessione di Richard Trenton
Disturbato e infelice, sin da bambino, abusato dalla sua stessa famiglia, mostrò i segni di una malattia mentale, ma suo padre, uomo severo e violento non era interessato ad aiutarlo. Le cose peggiorano in adolescenza, infatti, iniziò a manifestare gravi disturbi paranoidi e poi, diagnosticati come una forma di schizofrenia. Durante una crisi, arrivò perfino a dichiarare ai medici che qualcuno gli avesse rubato l’arteria polmonare, e che il suo stomaco si stesse sciogliendo. Sprofondato in un baratro da cui non si fa ritorno, si convinse che i suoi genitori volessero avvelenarlo, quindi si trasferì in un nuovo appartamento. Qui, iniziò la genesi del male. Per “salvare il proprio cuore”, convinto che si stesse “rimpicciolendo”, praticò il vampirismo, dapprima sui conigli, squartandoli e bevendo il sangue. Ormai prigioniero della sua ipocondria, diventò sempre più pericoloso perché, agli animali preferì le persone.
La caccia è aperta
La prima vittima, di colui che fu ribattezzato in seguito, il Vampiro di Sacramento fu Ambrose Griffin, ingegnere di 51 anni, che uccise con un colpo di fucile, il 27 dicembre 1977, bevendone, successivamente il sangue. Ciononostante, la furia cieca e la sete di sangue non si placò, perché nei giorni successivi continuò la mattanza. A volte, entrava negli appartamenti altrui, urinando sui mobili e defecando nei cassetti, come una belva selvaggia che marca il territorio. Per lui, le porte aperte erano un invito ad entrare, e il 23 gennaio 1978, raggiunse l’apice del delirio cannibale. Si introdusse in casa di Theresa Wallin, una ventiduenne incinta di tre mesi, e la uccise con 3 colpi di fucile, per poi trascinarla sul letto e iniziare a compiere atti di squartamento, vampirismo e necrofilia, rimuovendole più organi, le tagliandole un capezzolo, per poi bere il suo sangue. Non compiaciuto, da tutte queste brutalità, le ficcò le feci avvolte nella cane all’interno della bocca.
Un delirante epilogo
Il 27 gennaio, la follia impunita esplose all’ennesima potenza, Richard si recò a casa della trentottenne Evelyn Miroth, senza pensarci due volte sparò a Dan Meredith. Subito dopo, concentrò le sue perversioni sul figlio di 6 anni, Jason Miroth e lo squartò insieme al neonato David Ferreira 22 mesi. Infine, mutilò il cadavere della donna e praticò su di lei necrofilia e cannibalismo, con un sadismo senza precedenti nella storia dei serial killer.
Venne identificato con l’aiuto di una sua ex compagna di classe, che aveva incontrato il giorno del suo primo omicidio. Al recupero della cartella clinica, Trenton fu arrestato e, il 2 gennaio 1979 si aprì il processo, che si concluse con la condanna a morte.