ROMA – Nas in azione contro dpi e igienizzanti irregolari. Infatti, su tutto il territorio nazionale, non si arrestano i controlli dei Carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione finalizzati a impedire il commercio di dispositivi e gel igienizzanti irregolari.
Negli ultimi giorni i militari dei Nuclei di Firenze, Potenza, Livorno, Viterbo, Milano, Padova, Sassari, Pescara e Roma hanno sequestrato oltre 36.500 mascherine e circa 150 confezioni di gel igienizzante con carenze che impedivano di assicurarne la sicurezza d’uso. 9 commercianti segnalati all’Autorità Giudiziaria per illeciti di carattere penale quali falso e frode in commercio.
Nas in azione contro dpi e igienizzanti irregolari
Particolarmente interessante quanto accaduto in Abruzzo, dove i Carabinieri del Nas di Pescara hanno sequestrato 12.000 mascherine durante numerosi controlli svolti in farmacie, parafarmacie, depositi e importatori presenti sull’intero territorio regionale, nell’ambito delle verifiche attinenti l’emergenza da Coronavirus.
Al vaglio degli inquirenti sia le informazioni fornite al consumatore, sia le caratteristiche dei manufatti. Prese in esame le mascherine chirurgiche, tecnicamente dispositivi medici, ma anche le mascherine rientranti nell’ambito dei dispositivi di protezione individuale, divenute note per la sigla ffp2 o kn95, e le mascherine filtranti per la collettività. Interessante.
Il blitz
Scendiamo nei dettagli. I Nas hanno passato al setaccio la documentazione commerciale e di vendita. Non solo. Attenzione dedicata anche all’esistenza delle autorizzazioni alla produzione e commercializzazione, per le procedure in deroga, che avrebbero dovuto rilasciare Istituto Superiore di Sanità, per i dispositivi medici e Inail, per i dpi.
Tra gli input investigativi i Nas annoverano le segnalazioni pervenute al centralino del Nucleo di Pescara. Ma anche la captazione di notizie sulle fonti aperte del web, sulle pagine social delle attività commerciali. Oltre che sull’osmosi informativa tra i vari Nas del Paese.
Nei confronti dei trasgressori elevate sanzioni per diverse migliaia di euro. Le indagini sono tuttora in corso e vertono su alcune certificazioni di “compliance” esibite durante i controlli. Sotto esame anche varie marcature CE, di dubbia fattura, apposte sui dispositivi oggetto di sequestro.