BLOG – IMPATTO COVID: scenario attuale.
Pandemia, una parola che fino a qualche tempo fa, poteva sembrare lo scenario di un film apocalittico. Uno scenario che molti di noi non avrebbero mai immaginato. Eppure questa parola che non è soltanto l’indice di un significato etimologico, fa paura.
Un termine che racchiude in sé un mondo nuovo, diverso, un mondo che lascia dubbi e perplessità. Ma nonostante tutto, implementa un concetto profondo, un impatto notevole che maturerà la coscienza di molte persone.
Miliardi di individui nel mondo, affrontano ogni giorno sfide impreviste. Ogni sfida, per ogni singolo uomo, ha un impatto totalmente differente.
Il Covid-19 – che unisce l’intera umanità soprattutto da un punto di vista introspettivo – ci ha messi di fronte ad una realtà feroce come poche.
Ed è questo, seppur in maniera molto riduttiva, lo scenario che quest’oggi, ancor freschi di fase 2, stiamo affrontando.
Dalle incombenze preoccupanti su un possibile nuovo focolaio, alla ripresa post-lockdown è un attimo. Ma ora più che di una fase 2, sarebbe opportuna una fase di riflessione.
Lo shock globale per l’attuale emergenza, ha fatto insorgere problemi a catena. Nei rapporti ufficiali leggiamo continuamente cifre che lasciano il segno.
Senza tener conto di come, in alcuni stati e regioni, la pandemia ha raggiunto cifre a dir poco mostruose.
Attualmente (aggiornamento 11/05/2020 h.18.00) le cifre sono 4,13 Mln di contagi in tutto il mondo. Cui seguono 1,42 Mln di persone guarite e 283.000 decessi. La situazione, andata migliorando nel corso dell’ultima settimana, lascerebbe già sperare per il meglio. Ed è giusto che la speranza non ci lasci mai. Purtroppo, c’è chi questa nota positiva è riuscita ad interpretarla negativamente.
IMPATTO COVID: una settimana di fase 2
Runner, gente in bici, persone comuni che senza adeguate protezioni, poco dopo il 4 maggio – maggiormente nei weekend – ha dato sfogo a situazioni a dir poco preoccupanti. Situazioni che le autorità, che avevano allentato la presa, hanno definito “vergognose”.
Come ad esempio ciò che è accaduto ai Navigli a Milano o nel lungomare di Pescara. Ed ancora Ostia dove insomma, da nord a sud troppa gente – per di più senza dispositivi di protezione – si è letteralmente ammassata. Una visione che pregiudica la fiducia del Governo verso questo nuovo processo. Alcuni sindaci, hanno già apportato severi ammonimenti, dichiarando che ad un picco di risalita, riporteranno il blocco totale. Ma per ora, nessun effetto.
I governatori di centrodestra, chiedono <<certezze>> , convocando, in data 18/05 al tavolo delle Regioni una conferenza col Governo.
Ma il problema della fase 2, è che se il picco epidemico dovesse avere una nuova impennata di contagi, sarebbe distruttivo. Invece di accettare questa nuova chance come una boccata d’aria fresca, in tanti l’hanno scambiata per un “tana libera tutti”. Il virus non è stato debellato affatto e l’unico modo per tenerlo a bada è un distanziamento intelligente. Questo – si spera – fino all’arrivo del vaccino.
11 Maggio
Più o meno inconsapevolmente, dunque, si procede. In città come l’Alto Adige e Bolzano – come prevede apposita legge provinciale – parrucchieri, Bar e ristoranti, riaprono i battenti. Muniti di adeguate misure, di mascherine Ffp2, guanti e controllo di distanziamento.
E mentre si dichiarano introvabili mascherine (50 cent.) e guanti, con conseguente richiesta della Federfarma, alle autorità per un accordo sulle stesse, (oramai a prezzi proibitivi), dove si legge “Prezzi imposti senza troppi adempimenti burocratici”, spunta un altro grave problema.
Molte famiglie versano in condizioni precarie. Si stima che un genitore su 7 abbia perso il lavoro e, oltre alle difficoltà economiche, si rilevano diminuzione spasa famigliare e, peggio, molti minori sono impossibilitati a studiare.
Ultimo, ma non per minore importanza, si necessita di un supporto psicologico in quanto ben il 62% degli Italiani è in crisi. Il ritorno ad una graduale “normalità” non sarà lo stesso per tutti perché, per quanto ovvio, lo stesso periodo non è stato vissuto da tutti allo stesso modo. La tensione sale e la pressione emotiva cresce.
Nonostante rispetto alla fase iniziale, tante situazioni si siano alleviate, si riscontra tristemente che oltre 213 paesi sono stati coinvolti dal nuovo coronavirus.
Inutile ripetere, che le conseguenze sono gravissime se consideriamo soprattutto che intere esistenze sono state spazzate via come niente.
I pensieri, incerti sul futuro, sono generalizzati e continuano ad insorgere paure e domande continue su cosa dobbiamo aspettarci adesso. Tra le tante perplessità ricorrenti, ci sono:
Quanto potrà durare la pandemia? Oppure come sarà la vita delle persone dopo la pandemia?
IMPATTO COVID: per il bene comune
Tuttavia se l’incertezza mira ad una risoluzione e ad una speranza verso un futuro positivo, di contro c’è chi dimostra in maniera diversa di non curarsi affatto del problema.
In questi ultimi giorni, come già descritto, abbiamo assistito a tante scene controproducenti.
Purtroppo, a causa della sconsideratezza di qualcuno si pregiudica la vita di tutti; o come recita un proverbio “Con l’indifferenza neghi ad un altro uomo l’esistenza”.
Insomma, se da un lato questo aspetto potrebbe far pensare ad una maggiore risolutezza, dall’altro troppo spesso si sfocia in comportamenti dannosi che mirano alla salute pubblica.
Diversi paesi hanno adottato misure più o meno drastiche. La prevenzione, anche in questo caso – non è stata uguale per tutti. In alcuni Stati UE, le restrizioni severissime, hanno permesso di stringere il campo a pochissimi decessi (rispetto alla totalità).
In altri Paesi, le misure appena accettabili hanno continuato a contare morti.
Con la fase 2, parlando del Governo Italiano, piccoli cambiamenti hanno permesso una “leggera ripresa” per motivare le persone; ma soprattutto per incentivare l’economia.
Ma, prendendo sotto gamba la situazione, si è creato un atteggiamento di massa vissuto con una leggerezza inquietante: una condizione che potrebbe portare ad un nuovo lockdown.
Il blocco, attuato per contenere il più possibile il dilagare del virus, ( tra cui le tempistiche, azioni e atteggiamento dei diversi paesi), hanno fatto insorgere ancora più domande portando sfiducia e soprattutto a chiedersi se le autorità avessero agito in tempo.
Oppure se avessero preso la situazione seriamente sin dall’inizio della pandemia. Oltre alle considerazioni fatte col senno di poi, del “se si fosse potuto fare di più”.
IMPATTO COVID: Conclusioni
Tuttavia non si può giudicare a posteriori qualcosa che non si conosce, un nemico senza volto che persino grandi specialisti ancora non riescono ad inquadrare.
Ad ogni modo se c’è una lezione da apprendere in tutta questa storia, è che certi atteggiamenti – a prescindere da chi li assume – producono danni irreversibili.