Il folklore internazionale, ha ben tessuto la trama del mistico e dell’esoterico con milioni di storie recenti e meno, sulla scia di miti intramontabili che oggi sono un po’ una trascendente e redditizia narrazione. Storie inventate, o storie con un fondo di verità. Da Halloween, alla tavola ouija, al gioco dei morti che rotola in fondo alle verità e leggende che, come scopo ultimo hanno sempre quello di verificare la continuità dello spirito umano.
Forse per la paura intrinseca che la morte suscita in ognuno di noi, o forse perché la novità, come il paradiso, è osannata da tutti ma alla fine, nessuno ci vuole andare. Il fascino sinistro di ciò che è, e di ciò che vorremmo vedere in esso, forse per delirio di onnipotenza o, più semplicemente per convincerci che niente ha davvero una fine.
Dopo i vari racconti di serial killer, persone scomparse nel nulla, miti di personaggi esistenti o meno, abbiamo anche citato storie che, di questi tempi, magari accompagnate da una bevanda calda davanti a un falò, ci fanno sognare ed anche un po’ temere l’ignoto, una parte che è viscerale in ognuno di noi. Resta solo da capire chi ha il coraggio di affrontarla e chi no.
Mistico ed esoterico: Al di là di Salem, 6 processi che fecero parte della frenesia mondiale della caccia alle streghe.
Ma perché ora si parla di streghe? Perché sin da quando l’uomo ha memoria, dallo stregone delle caverne alla fantasia che accomuna tutti gli individui, le streghe sono state in qualche modo il collante – se così si può dire – tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Non a caso, a prescindere da quanto la fantasia e l’assurdo siano disposti a lavorare per noi, la convinzione che i morti possano risorgere dalle loro tombe è antica, così come lo è il desiderio di assicurarsi che i morti rimangano sepolti o … che comunichino con noi! Per questo le streghe hanno una trama longeva e caratteristica nella narrazione del genere umano, che poi sono anche un punto di snodo antropologico, sebbene visto un po’ come “un parente” scomodo.
Tuttavia, la paura, la religione, l’ignoranza accomunata da un’inculturazione asettica e privilegiata, hanno prodotto uno dei più grandi massacri dell’umanità, una caccia alle streghe che ha visto l’umiliazione, la tortura e la morte di molti individui, prevalentemente donne, accusati di tale condotta.
Il processo di Valais (Francia, 1428-1447)
Spesso considerato il primo in Europa, il processo del Valais iniziò nella regione meridionale francofona del Valais e si estese al Valais di lingua tedesca. I processi provocarono almeno 367 vittime (il bilancio effettivo potrebbe essere più alto), con un numero di uomini pari a quello delle donne uccise. Tutto ebbe inizio nell’agosto del 1428, quando i delegati di sette diversi distretti chiesero di indagare su tutte le streghe o gli stregoni accusati.
Stabilirono la regola che se una persona fosse stata accusata di stregoneria per tre volte, sarebbe stata arrestata. Una volta catturati, non c’era modo di fuggire; quelli che confessavano venivano bruciati sul rogo e quelli che non lo facevano venivano torturati finché non confessavano. Sebbene i processi fossero scarsamente documentati, sono rimasti alcuni fascicoli del cancelliere locale del tribunale, Johannes Fründ.
North Berwick ( Scozia, 1590–1592)
Quando il re Giacomo VI di Scozia si recò a Copenaghen per sposare la principessa Anna di Danimarca, una forte tempesta costiera lo costrinse a sbarcare in Norvegia e a rifugiarsi per diverse settimane. La tempesta fu attribuita alla stregoneria e ciò fece nascere nel re l’ossessione di eliminare questa pratica. L’assillo divenne tale da spingerlo a scrivere un libro, Daemonologie, in cui sosteneva la caccia alle streghe. La prima a cadere vittima fu Gilly Duncan.
Accusata di usare oscuri rimedi curativi e sottoposta a prolungate torture, la Duncan confessò di avere stipulato un contratto con il diavolo. Fu bruciata sul rogo per il suo crimine. In totale, 70 persone furono accusate di stregoneria, tra cui diversi membri della nobiltà scozzese, anche se il numero effettivo delle vittime rimane sconosciuto. Questi eventi ebbero un effetto così profondo che si ritiene che Shakespeare abbia adattato alcune parti del processo – compresi i rituali di tortura – nel “Macbeth”. Il processo alle streghe di North Berwick fu il primo grande processo in Scozia, ma ne seguirono molti altri, per un totale stimato di 3.000-4.000 vittime tra il 1560 e il 1707.
Pendle, (Inghilterra), 1612-1634
Svoltisi a Pendle Hill, una regione povera e senza legge del Lancashire, in Inghilterra,. dove l’accattonaggio e le guarigioni magiche erano comuni, questi processi furono tra i più famosi e documentati del XVII secolo. Nei decenni precedenti si era diffusa la paura della stregoneria,. che fu solo amplificata dall’ossessione di Giacomo VI (ora anche re Giacomo I d’Inghilterra) di epurare le sue terre da streghe e stregoni. Il giudice di pace locale, Roger Nowell,. era tenuto a denunciare chiunque si rifiutasse di frequentare la Chiesa inglese o di fare la comunione, e aveva anche il compito di indagare sulle denunce di stregoneria.
Una di queste fu avanzata da un venditore ambulante di Halifax che accusò una donna del luogo, Alizon Device, di avergli provocato un ictus per stregoneria. Device confessò liberamente il crimine e coinvolse molti membri della sua famiglia. Altri abitanti del luogo coinvolsero le loro famiglie, per poi essere accusati a loro volta. In totale, 12 persone furono accusate di aver usato la stregoneria per uccidere 10 persone. Undici degli accusati furono processati – nove donne e due uomini – e dieci furono dichiarati colpevoli e impiccati.
Trier, (Germany, 1581–1593)
Uno dei più grandi processi alle streghe della storia europea ebbe inizio nella diocesi rurale di Trier nel 1581, per poi raggiungere la città stessa sei anni dopo. Le motivazioni alla base di questa massiccia epurazione di streghe erano probabilmente politiche. Volendo dimostrare la sua fedeltà ai gesuiti, l’arcivescovo Johann von Schöneburg, appena nominato, ordinò l’epurazione di tre gruppi di anticonformisti: Protestanti, Ebrei e Streghe.
Pochissime delle persone accusate di stregoneria furono rilasciate. Tra il 1587 e il 1593, di cui 368 accusati di 22 villaggi furono bruciati vivi, quasi tutti confessando sotto tortura. Quasi un terzo delle vittime erano nobili o ricoprivano posizioni nel governo o nell’amministrazione locale, tra cui giudici, borgomastri, consiglieri, canonici e parroci.
Fulda (Germania, 1603-1606)
Dopo essere tornato da un esilio di 20 anni, Balthasar von Dernbach, principe-abate del monastero di Fulda, si unì ai continui sforzi della Controriforma cattolica per contrastare il liberalismo religioso percepito. Dernbach avviò un’indagine aggressiva sulla stregoneria e sul sortilegio per epurare la città di Fulda dalle cose “sconvenienti”.
La vittima più nota fu una donna incinta di nome Merga Bien. Accusata di aver ucciso il suo secondo marito, i loro figli e un membro della famiglia del datore di lavoro del marito. Fu torturata e costretta a confessare. Ritenuta colpevole, Bien fu bruciata sul rogo. La caccia alle streghe cessò alla morte di Dernbach nel 1605.
Torsåker (Svezia, 1674-1675)
Il più grande processo alle streghe della storia svedese – e una delle più grandi uccisioni di massa di streghe nella storia registrata – vide 71 accusati di stregoneria. Tra questi 65 donne, ovvero circa un quinto di tutte le donne della regione. Essi furono decapitati e bruciati tutti in un solo giorno. Lo spargimento di sangue ebbe inizio quando il ministro Laurentius Christophori Hornæus di Ytterlännäs fu incaricato di indagare sulla stregoneria nella sua parrocchia. Ordinò a due ragazzi di stare alle porte e di identificare le streghe in base al segno invisibile del diavolo sulla loro fronte. Con grande sgomento di Hornæus, uno dei ragazzi identificò la moglie del ministro. Ma la situazione che fu rapidamente messa a tacere.
Gli accusati erano sospettati di aver rapito i bambini e di averli portati al Satan’s Sabbath. (le otto feste celebrate da wiccan e neopagani) a Blockula .(un prato popolare nel folklore svedese dove il diavolo tiene banco). Facendo affidamento soprattutto sui bambini, le testimonianze venivano estorte con frustate, bagni forzati in laghi ghiacciati. Oppure, con la minaccia di cuocere i bambini in un forno. Esistevano pochissime registrazioni di questi processi e la fonte principale fu registrata 60 anni dopo la loro conclusione dal nipote del ministro Hornæus. Questi riportò il resoconto della nonna come testimone oculare del processo. Si riteneva che i fascicoli avessero una legittimità vacillante,. poiché la commissione e i tribunali locali non avevano riferito le condanne a morte a un tribunale superiore prima di eseguirle.