Ed è giallo intorno alla morte della 42 enne, Victorine Bucci che in data 18 dicembre scompare senza lasciare traccia.
Dalle prime ricostruzioni, fino alla data di ieri 21 gennaio, poco o nulla si evince dei fatti.
Poi la svolta quando i sub dei Carabinieri di Pescara confermano un corpo all’interno di una panda rossa inabissata a Porto Termoli.
Solo ore dopo è confermato che si tratta di Victorine Bucci.
Il procuratore della Repubblica di Larino Isabella Ginefra, e i carabinieri di Larino (CB) sono presenti. Con loro il comandante Francesco Massaro della Capitaneria di Porto.
Victorine Bucci: le indagini
Da alcune telecamere di videosorveglianza, emerge che la panda rossa della donna entra nel molo, per non uscirne più. Sono le ultime immagini che la immortalano. La data è proprio del 18 dicembre 2019, il giorno in cui “Viky” – così chiamata, scompare per sempre.
Il video, appartiene a un club nautico privato; ed ora è in mano agli inquirenti.
Segnala l’ingresso della panda con a bordo la donna intorno alle 05.30 del mattino. Tutto questo lascerebbe supporre che la Bucci sia morta proprio quel giorno.
La telecamera di videosorveglianza, che punta soprattutto la parte della strada vicino la scogliera, in prossimità della pescheria D’Abramo (trabucco vecchio), evidenzia l’unica via d’accesso. Quindi anche l’unica via d’uscita. Il veicolo, non è mai tornato indietro.
Eppure il giallo s’infittisce. Sembra che la Procura sia in possesso di una testimonianza – fondata – sulla stessa, che la vedrebbe viva intorno alle 10.30 quindi poche ore dopo. Scambio d’identità?
Verrebbe da domandarsi come mai allora l’auto si trovava riversa sulla fiancata passeggero e perché, appunto, la donna fosse all’interno. Inoltre: se Viky è viva alle 10.30, come avrebbe fatto poi, l’auto a finire sul fondo?
Domande che a quanto pare chiudono il cerchio con la conferma dell’identità del cadavere.
Stando alle dichiarazioni riportate poche ore fa, il recupero con gli esami tecnici sull’auto e i referti autoptici sul corpo confermerebbero che “Ci sono tutti gli elementi per dire che è Victorine”. Così avrebbe dichiarato ieri sera il Procuratore Ginefra. A questo punto, basandoci sull’ipotesi che la donna fosse stata vista viva in mattinata, tutto lascerebbe pensare che possa essere stata uccisa.
Il giallo della panda rossa
L’auto, finisce in mare, ma come ha fatto a superare la banchina che separa dalle acque profonde circa 4 metri?
Secondo gli inquirenti e gli ingegneri è impossibile che, una piccola utilitaria possa compiere tale manovra senza restare incagliata. Ma dubbi a parte, l’auto, ripescata come si può notare dalle varie immagini presenti in rete è sotto sopra. Gli pneumatici sono rivolti all’insù, e nel mezzo del ripescaggio ci sono tracce di carrozzeria ritrovate sugli scogli artificiali. Alcuni componenti del veicolo, come il paraurti, non sono stati ritrovati.
Dentro l’abitacolo, il corpo gonfio della donna. Pare sia stata riconosciuta da un orologio da polso e dal colore della pelle. Era originaria del CIAD. Adesso, si può solo attendere che le indagini della polizia investigativa facciano il loro corso. Nonostante questo, il dubbio maggiore resta a seguito delle prime immersioni effettuate dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco.
In quello stesso punto, l’auto inizialmente non c’era. Dunque: Viky è stata trascinata lì dalle onde? Lo stesso Procuratore Ginefra, asserisce che probabilmente il veicolo è caduto in acqua da un punto differente.
Oppure Viky, era veramente viva alle 10.30 del 18 dicembre? Suicidio? Omicidio o tragica fatalità?