Apre oggi la IX BIENNALE dell’UZBEKISTAN

Apre oggi la IX BIENNALE dell’UZBEKISTAN

Apre oggi la IX BIENNALE dell’UZBEKISTAN. Tamara Repetto rappresenta l’Italia con l’opera olfattiva “OLTRESENSO”

“Non è poi così lontana Samarcanda”.

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Tashkent (Uzbekistan) 24 ottobre 2022. Apre oggi la IX Biennale d’arte di Tashkent (Capitale dell’Uzbekistan). Tamara Repetto rappresenta l’Italia con l’installazione olfattiva “Oltresenso” in mostra all’Uzbek Academy of Arts (NBU – Fine Arts Gallery of Uzbekistan) fino alla fine di ottobre.

Come spiega il curatore, Sabino Maria Frassà, “non è poi così lontana Samarcanda. Tamara Repetto con il suo ambizioso progetto multisensoriale “Oltresenso” dà forma al mistero del viaggio interiore, cantato da Roberto Vecchioni nel 1977. Sulla terra bruna dell’Uzbekistan l’artista colloca quello che lei stessa definisce essere “un frammento della Via della Seta“, una lunga striscia nera, costruita in modo tale da evocare sia la pavimentazione delle antiche strade in pietra sia i mosaici uzbeki.

Intorno non c’è nient’altro. “Oltresenso” risulta essere un’opera concettuale e quasi minimalista; solo alla vista nichilista. Dopo pochi istanti, infatti, lo spazio si rivela essere pieno, quasi saturo del profumo emanato dai 2000 cubetti neri che compongono la strada. E sono perciò tutti i nostri sensi, guidati dall’olfatto, a disegnare infinite armonie e visioni dello e nello spazio. Presi dalla frenesia del vivere quotidiano, ci concentriamo spesso solamente sulla strada scura di fronte a noi, senza riuscire/volere/pensare ad alzare lo sguardo. Tamara Repetto con la sua arte ci spinge invece a riappropriarci di noi stessi: come non puoi cristallizzare un profumo, così un selfie o un post su Instagram non saranno mai sufficienti a farci rivivere un istante di realtà. Impossibile fermare il tempo, bisogna viverlo“.

TAMARA REPETTO:APRE OGGI LA IX BIENNALE DI TASHKENT (UZBEKISTAN) RAPPRESENTA L’ITALIA CON “OLTRESENSO”

“Per la IX Biennale di Tashkent abbiamo scelto di presentare la ricerca artistica di Tamara Repetto in grado di produrre un’esperienza sensibile e diretta, non mediata dallo sguardo, capace di richiamare e connettere luoghi e popoli lontani attraverso una percezione antica e primigenia, quella legata all’olfatto.” spiega infine Alessandro Carrer, Direttore della Fondazione Garuzzo, che insieme a Rosalba Garuzzo (Presidente Fondazione Garuzzo) e all’ambasciatore Agostino Pinna, ha selezionato l’artista.

Il progetto OLTRESENSO è reso possibile anche grazie alla collaborazione dell’artista con Odelà e Cramum.


Apre oggi la IX BIENNALE dell'UZBEKISTAN

Tamara Repetto, è nata a Genova e vive tra Voltaggio e Lussemburgo. Ha conseguito la maturità artistica presso l’Istituto Statale d’Arte Jona Ottolenghi Acqui Terme. Si è specializzata in Grafica Pubblicitaria presso la scuola “Arte e Messaggio” Castello Sforzesco Milano.

Si definisce un artista “multiforme”. Nel suo lavoro coesistono parecchi aspetti: l’elemento olfattivo, sonoro, dimensioni cinetiche, il disegno, la tecnologia e l’artigianato. Ama sovrapporre linguaggi diversi che diventano atti “seduttivi” per il pubblico che interagisce con l’opera in modo intimo e intenso. I suoi “congegni estetici” creano nuovi alfabeti espressivi che hanno come filo conduttore le tematiche legate alla natura, con la quale stabiliscono un dialogo che ha la funzione di sublimare, sottolineare e risvegliare il nostro senso di appartenenza al “sistema terra”. La natura il suo laboratorio creativo.


Apre oggi la IX BIENNALE dell'UZBEKISTAN
Apre oggi la IX BIENNALE dell’UZBEKISTAN

“Non è così poi lontana Samarcanda”



Testo critico (integrale) del curatore Sabino Maria Frassà per “Oltresenso” di Tamara Repetto

Il mistero del viaggio interiore è protagonista della nuova grande installazione “Oltresenso” di Tamara Repetto alla IX Biennale d’arte di Tashken.
L’artista rende omaggio alla storia della Via della seta, intesa non solo come connessione tra popoli e culture – tema della Biennale – quanto anche e soprattutto come metafora stessa dell’esistenza umana. La Via della seta era infatti quell’infinito reticolo di vie (non solo terrestri) che nell’antichità univa ogni parte del mondo a Roma: di questa via quindi si sapeva sempre la fine, la destinazione, ma era spesso impossibile conoscere l’origine. Allo stesso modo, se è vero che sappiamo che la nostra “Via” prima o poi finirà, non conosciamo le meraviglie del nostro percorso, chi incontreremo e cosa ci capiterà.
Così sulla terra bruna dell’Uzbekistan l’artista colloca quello che lei stessa definisce “un frammento della Via della Seta”: una lunga striscia nera, che richiama tanto la pavimentazione delle strade in pietra, quanto i mosaici. Intorno non c’è nient’altro. Di fronte a noi un’installazione suggestiva, scarna e quasi minimalista; solo alla vista nichilista. D’altronde Tamara Repetto è un’artista e persona che da sempre rifugge il vuoto, preferendo donare allo spettatore una visione di sazietà della vita. Dopo pochi istanti questo spazio si rivela infatti essere pieno, quasi saturo del profumo emanato dai 2000 cubetti neri che compongono la strada, realizzati con la nuova tecnologia “controlled diffusion” che unisce polimeri a essenze. Privi di chiari riferimenti visivi, intraprendiamo un viaggio verso l’ignoto tra spezie, legno e ambra.
***
L’esperienza dell’opera d’arte ci sprona a riconnetterci con noi stessi. L’olfatto è del resto uno dei sensi più istintivi e meno mediati dalla ragione: ci vengono così alla mente ricordi lontanissimi, sensazioni uniche e personali che uniscono il nostro presente con il nostro passato. E sono perciò i nostri sensi insieme, guidati dall’olfatto, a disegnare infinite armonie e visioni dello e nello spazio.

Se è vero che, come cantava il celebre cantante italiano Roberto Vecchioni, “Non è così poi lontana Samarcanda”, cosa serve scappare all’infinito (da noi stessi) e non vivere il presente? Presi dalla frenesia del vivere quotidiano, ci concentriamo spesso solamente sulla strada scura di fronte a noi senza riuscire/volere/pensare ad alzare lo sguardo. L’esperienza artistica di Tamara Repetto finisce così per farci riflettere proprio sull’importanza del riuscire a cogliere ed essere sazi del presente e del singolo istante. Ognuno di noi deve fermarsi e vivere il momento “donato” dall’opera d’arte: come non si può cristallizzare un profumo, un selfie o un post su instagram non saranno mai sufficienti a farci rivivere un istante di realtà in tutta la sua infinita ricchezza e complessità. Impossibile fermare il tempo, bisogna viverlo.>>


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