Uno studio condotto da un’équipe di dermatologi UT Southwestern, suggerisce che una comune condizione infiammatoria della pelle, l’eczema, può derivare da ormoni sessuali mal regolati. La scoperta, pubblicata questa settimana in PNAS, potrebbe offrire un nuovo bersaglio inaspettato per combattere questa condizione.
La dermatite atopica (DA) è una forma di eczema. Colpisce fino al 13% dei bambini e il 10% degli adulti, con un costo annuale di trattamento di 5,3 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti.
“Spesso pensiamo all’eczema come una condizione di pelle secca e trattiamo i casi lievi con idratanti“; ha riferito l’autrice corrispondente Tamia Harris-Tryon, M.D., Ph.D., assistente professoressa di dermatologia e immunologia a UTSW.
“Qui stiamo dimostrando che un gene importante per la produzione di ormoni sessuali sembra avere un ruolo nella produzione di sostanze idratanti da parte della pelle. Se potessimo alterare l’attività di questo gene, potremmo potenzialmente fornire sollievo ai pazienti con eczema; aiutando la pelle a produrre più oli e lipidi per idratarsi”.
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La dott.ssa Harris-Tryon ha spiegato che la ricerca precedente ha collegato la DA all’iperattività dei geni responsabili della produzione di due molecole immunitarie infiammatorie, le interleuchine 4 e 13 (IL-4 e IL-13). Un farmaco relativamente nuovo chiamato dupilumab – un anticorpo monoclonale che riduce la quantità di molecole infiammatorie – è stato estremamente efficace in molti pazienti con DA moderata a grave. Tuttavia, i meccanismi molecolari alla base di questa forma di eczema sono sconosciuti.
Eczema: Il gene per la sintesi degli ormoni sessuali potrebbe giocare un ruolo chiave
Per indagare su questa tematica, la dottoressa Harris-Tryon e i suoi colleghi si sono concentrati sui sebociti, le cellule che compongono le ghiandole sebacee. Queste ghiandole producono una barriera oleosa e cerosa che riveste la pelle, aiutandola a trattenere l’umidità.
I ricercatori hanno dosato i sebociti umani che crescono in piastre di Petri con IL-4 e IL-13, poi hanno usato una tecnica chiamata RNA sequencing per ottenere una lettura dell’attività genica per l’intero genoma e l’hanno confrontata con l’attività genica nei sebociti che non sono stati trattati con queste molecole immunitarie. Hanno scoperto che un gene chiamato HSD3B1, che produce un enzima chiamato 3b-idrossisteroide deidrogenasi 1, è diventato fino a 60 volte più attivo quando esposto alle due interleuchine.
Risposta Immunitaria e Linfonodi
“La scoperta è stata una sorpresa“. Dichiara la Dott.ssa Harris-Tryon. “Perché questo enzima è ben noto per giocare un ruolo chiave nella produzione di ormoni sessuali come il testosterone e il progesterone; ma non era mai stato collegato alla dermatite atopica e alla produzione di lipidi della pelle. Le banche dati sull’attività dei geni umani hanno mostrato che l’HSD3B1 tende ad essere iperattivo nei pazienti con eczema; un singolo studio su pazienti con dupilumab ha mostrato che questo farmaco sembra abbassare l’attività dell’HSD3B1. Entrambe le prove suggeriscono che IL-4 e IL-13 aumentano l’attività di questo gene”.
Potenziale nuovo obiettivo di trattamento
Per determinare come questo gene influenza la produzione di sebo, i ricercatori hanno manipolato l’attività di HSD3B1 nei sebociti che crescono in piastre di Petri. Hanno scoperto che quando hanno reso questo gene meno attivo, i livelli di ormoni sessuali sono diminuiti; e dunque la produzione di sebo della pelle è aumentata. Era vero anche il contrario, con una maggiore attività del gene che portava a maggiori quantità di ormoni sessuali e meno sebo. I ricercatori hanno ottenuto risultati simili in un modello murino di DA; in questo caso con la produzione di ormoni sessuali che diminuisce la produzione di lipidi della pelle.
“Insieme – afferma la dottoressa Harris-Tryon – questi risultati suggeriscono che HSD3B1 potrebbe essere un nuovo bersaglio per combattere la DA e potenzialmente altre forme di eczema”.
“Cambiare l’output di questo gene potrebbe eventualmente offrire un modo per trattare la DA che è completamente diverso da qualsiasi trattamento che esiste attualmente”. Ha concluso.