Il cambiamento climatico non è solo un problema che riguarda gli esseri umani, bensì coinvolge anche gli animali, che di contro, devono adattarsi ad esso.
Alcune specie “a sangue caldo” stanno cambiando conformazione fisica ottenendo – ad esempio – becchi, gambe e orecchie più grandi per regolare meglio la loro temperatura corporea mentre il pianeta diventa più caldo. La ricercatrice ornitologa Sara Ryding della Deakin University in Australia, descrive questi cambiamenti in una recensione pubblicata il 7 settembre sulla rivista Trends in Ecology and Evolution.
“Molto spesso, quando si discute del cambiamento climatico nei principali media, la gente si chiede “gli esseri umani possono superarlo?”, o “quale tecnologia può risolverlo?”. È giunto il momento di riconoscere che anche gli animali devono adattarsi a questi cambiamenti; ma ciò sta avvenendo su una scala temporale molto più breve di quella che si sarebbe verificata nella maggior parte dell’evoluzione”. Così spiega Ryding. “Il cambiamento climatico che abbiamo creato sta esercitando una forte pressione su di loro, e mentre alcune specie si adatteranno, altre non lo faranno”.
Ryding nota che il cambiamento climatico è un fenomeno complesso e sfaccettato che si sta verificando progressivamente, quindi è difficile individuare una sola causa del mutamento delle forme. Ma questi cambiamenti si sono verificati in ampie regioni geografiche e tra una vasta gamma di specie, quindi c’è poco in comune a parte il cambiamento climatico.
Il Cambiamento climatico: cambiare forma per sopravvivere
Una forte metamorfosi, è stata segnalata in particolare negli uccelli. Diverse specie di pappagalli australiani hanno mostrato, in media, un aumento del 4%-10% nella dimensione del becco dal 1871, e questo è correlato positivamente con la temperatura estiva di ogni anno. Il giunco dagli occhi scuri del Nord America, un tipo di piccolo uccello canterino, aveva un legame tra l’aumento delle dimensioni del becco e gli estremi di temperatura a breve termine in ambienti freddi. Sono stati riportati cambiamenti anche nelle specie di mammiferi. I ricercatori hanno riportato aumenti di lunghezza della coda nei topi di bosco e aumenti di dimensioni della coda e delle gambe nei toporagni mascherati.
Cambiamento climatico: chi sopravvivrebbe?
“Gli aumenti delle dimensioni delle appendici che abbiamo visto finora sono abbastanza piccoli – meno del 10% – quindi è improbabile che i cambiamenti siano immediatamente visibili”; afferma Ryding. “Tuttavia, si prevede che le appendici prominenti come le orecchie aumenteranno, quindi potremmo ritrovarci con un Dumbo dal vivo in un futuro non troppo lontano”.
Successivamente, Ryding intende studiare in prima persona il mutamento di forma negli uccelli australiani attraverso la scansione 3D di esemplari di uccelli da museo degli ultimi 100 anni. Questo darà al suo team una migliore comprensione di quali uccelli stanno cambiando le dimensioni delle appendici a causa del cambiamento climatico e perché.
In conlusione
“La trasformazione delle forme non significa che gli animali stanno affrontando il cambiamento climatico e che tutto va bene“, rileva Ryding. “Significa solo che si stanno evolvendo per sopravvivere – ma non siamo sicuri di quali siano le altre conseguenze ecologiche di questi cambiamenti, o che tutte le specie siano in grado di cambiare e sopravvivere“.
Gli autori hanno ricevuto un sostegno finanziario dall’Australian Research Council Discovery Project. Un Australian Research Council Future Fellowship; e un Natural Sciences and Engineering Research Council of Canada Discovery Grant.