“A nome di USSMO e dei medici ospedalieri esprimo solidarietà e vicinanza ai medici di medicina generale che si trovano a dover affrontare il diffondersi della pandemia in situazioni organizzative difficili. Anche i medici ospedalieri hanno visto negli anni la crescita delle incombenze burocratiche. Un eccesso di burocrazia distoglie il medico dal tempo di cura nei confronti dei pazienti. Se questo è grave in tempi ordinari lo è ancora di più in tempi di emergenza pandemica”. Commenta così Franco Lavalle; segretario regionale USSMO (Universo Sanità Sindacato Medici Ospedalieri) la lettera con cui un centinaio di medici di medicina generale pugliesi lamentano il carico burocratico; ed ancora le difficoltà che stanno affrontando in questo difficile momento per il sistema sanitario.
USSMO: solidarietà ai medici di famiglia, ricordiamo le parole del Presidente Omceo
La missiva di riferimento è quella del Presidente dell’Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli, nella quale scriveva:
“È una situazione che sembra uscita dal teatro dell’assurdo, se non fosse che qui c’è la vita delle persone in gioco. L’aspetto più incredibile è il balletto sui tamponi in cui il medico di famiglia è costretto a giocare a rimpiattino con il Dipartimento di prevenzione; in un giro vorticoso di mail, per riuscire a prenotare un test per i propri assistiti. Dato che i medici di famiglia operano già sulla piattaforma GIAVA, non sarebbe più semplice se potessero prenotare direttamente i tamponi sulla piattaforma avendo accesso al calendario, invece di ricevere continue mail di mancata disponibilità e dover ripartire dal via con una nuova richiesta?”.
“Rispetto ai tamponi, oltre al problema organizzativo, esiste anche un problema di capacità, per superare il quale dovremmo dare la possibilità di prenotare in via del tutto eccezionale anche presso i centri di analisi privati. Altrimenti, nell’attesa della conferma di positività rischiamo che i cittadini non si attengano all’isolamento”. Continua Anelli. Leggi Tutto.
Sono ben 130 medici di famiglia baresi a chiedere l’attenzione dell’opinione pubblica in merito al carico burocratico che grava sulla loro attività quotidiana in tempi di Covid; lo stesso che impedisce loro di poter offrire ai pazienti un’adeguata assistenza.