MILANO – Ermal Meta presenta la sua Tribù urbana. È infatti uscito il nuovo album dell’artista italo-albanese dopo il 3° posto conseguito al 71° Festival di Sanremo che gli è valso anche il prestigioso Premio “Giancarlo Bigazzi” per la miglior musica, nonché il Premio SIAE-Roma videoclip per il miglior video Sanremo 2021 – sezione Big. E, soprattutto, il 1° posto per la cover di “Caruso” di Lucio Dalla con la Napoli Mandolin Orchestra nella serata del giovedì con voto unanime dell’orchestra.
“Tribù urbana”, questo dunque il titolo del disco, contiene 11 brani, tra cui il singolo sanremese “Un milione di cose da dirti”, ed è uscito venerdì 12 marzo. Il cd (pubblicato su etichetta Mescal e distribuito da Sony Music) arriva a tre anni di distanza dall’ultimo album in studio, “Non Abbiamo Armi”.
In particolare, “Tribù urbana” evidenzia l’altissimo livello di scrittura dell’artista, sia quando dà voce ai sentimenti, sia quando racconta il mondo attraverso storie di vita, guardando negli occhi uno ad uno i componenti della tribù urbana, con suoni e parole che diventano i colori distintivi di questo nuovo progetto.
Ermal Meta presenta la sua Tribù urbana
L’album si apre con una scarica di energia, “Uno”, e prosegue con “Stelle cadenti”, una delle canzoni più solari di questo album, nonostante il brano affronti uno dei momenti meno luminosi di una storia d’amore.
“Un milione di cose da dirti”, con il video diretto da Tiziano Russo, è una canzone d’amore, dal sound essenziale. Arriva poi “Nina e Sara”, sull’amore libero. “No satisfaction”, primo singolo estratto dall’album, si basa su pochi concetti e fotografa il quotidiano in maniera precisa e spietata.
“Gli invisibili” è come una camminata, mentre si guarda in volto ogni componente di questa tribù urbana, anche quelli che non si vedono. Chiudono l’album “Vita da fenomeni” e “Un po’ di pace”, perché anche la giornata di più lunga, prima o poi, finisce.