In Norvegia, celato nel cuore di Frognerparken a Oslo, si trova l’imponente parco di Vigeland. Un posto, probabilmente unico al mondo, dove arte e natura si fondono per accompagnare il visitatore attraverso il ciclo della vita. Chi è il suo creatore? Padre della colossale impresa è Gustav Vigeland, che ha dedicato buona parte dell’esistenza a popolare questo giardino con 214 sculture. Tutto comincia quando nel Novecento la capitale norvegese commissiona all’artista una fontana da piazzare davanti al Parlamento a Eidsvoll Square. La collocazione del monumento suscitò diverse polemiche e la realizzazione pratica venne sospesa.
La storia dietro il parco di Vigeland
Vigeland, che aveva già eseguito diverse opere pubbliche per Oslo, continuò a lavorare sul progetto. In cambio gli viene concesso l’uso di uno studio, ma nel 1921 il comune decide di abbatterlo per costruire una biblioteca. Inizialmente l’artista rifiutò di trasferirsi, poi la contesa si conclude con un accordo molto vantaggioso. Lo scultore ottiene un edificio con studio e alloggi proprio a Frognerparken, e si impegna a donare tutta la futura produzione alla città. Firma un contratto per realizzare statue in quello che diventerà il futuro parco di Vigeland, legando così per sempre il suo nome a questo luogo. I lavori cominciano nel 1924, con la collocazione della fontana in precedenza destinata a Eidsvoll Square. È una vasca sorretta da sei figure di età e altezza diverse, che rappresentano le fasi della vita: infanzia, adolescenza, età adulta e vecchiaia.
Il simbolismo delle sculture
La pianta geometrica centrata attorno a un asse principale è ispirata ai giardini barocchi, ma il parco è anche influenzato dal neoclassicismo. Attorno alla fontana, Vigeland crea un labirinto di 1800 metri quadrati di mosaici in granito bianco e nero. Una sorta di strada la cui direzione è predeterminata, interpretabile forse come il viaggio della nostra esistenza. Nel 1929 lo scultore inizia l’opera oggi conosciuta come il monolito, perché ottenuta da un unico blocco di marmo. Si trova simbolicamente nel punto più alto del parco, è una colonna alta 17 metri che lo impegnerà con gli scalpellini per 13 anni. Sono 121 corpi aggrovigliati che puntano disperatamente verso il cielo, rappresentano la lotta della vita e la capacità umana di raggiungere il Divino. È circondato da una piazza contenente 36 gruppi di statue che celebrano il rapporto tra uomo e donna, madre e figlio.
Il museo di Gustav Vigelan
Chiude questo viaggio esistenziale all’estremità del parco la Ruota della Vita, che simboleggia l’eternità, una gigantesca meridiana con quattro figure umane e un bambino. Vigeland progetta anche le cancellate in ferro battuto e un ponte di granito lungo 100 metri fiancheggiato da 58 statue su entrambi i lati. Tra loro c’è la statua che probabilmente è la più famosa del parco, The Angry Baby. Il giardino parzialmente completato fu aperto al pubblico, gratuitamente, nel 1940. Purtroppo il suo creatore non riuscirà a vedere la sua opera completa perché morirà nel 1943. Successivamente i lavori continuarono, interrotti solo dalla Seconda Guerra Mondiale, fino alla conclusione nel 1950. Le ceneri di Gustav Vigeland sono custodite nel campanile dell’edificio in cui visse l’artista. Quello che un tempo era il suo studio oggi è diventato un museo che celebra e racconta la storia di questo parco.
by MDL