Morbo di Crohn: nuova potenziale terapia per i bambini. La nanoterapia antinfiammatoria ha prodotto risultati promettenti su una cavia da laboratorio.
Gli scienziati dello Stanley Manne Children’s Research Institute dell’Ann & Robert H. Lurie Children’s Hospital di Chicago hanno dimostrato che una nanoterapia riduce l’infiammazione intestinale e restringe anche le lesioni in un esemplare di roditore con grave malattia di Crohn. Questo approccio potrebbe diventare un’alternativa alle terapie biologiche di anticorpi che portano molti effetti collaterali, compreso l’aumento del rischio di alcuni tumori. Potrebbe anche prevenire la necessità di un intervento chirurgico in futuro. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Advanced Therapeutics.
La malattia di Crohn è una malattia infiammatoria intestinale caratterizzata da un’infiammazione cronica del tratto digestivo, più spesso nell’intestino tenue. Può portare a ostruzione intestinale e perforazione, sanguinamento, dolore addominale; e poi diarrea grave, affaticamento, perdita di peso e malnutrizione che porta ad anomalie di crescita nei bambini.
Una delle caratteristiche principali della patologia, sono le lesioni lungo segmenti discontinui dell’intestino. I trattamenti attuali includono terapie biologiche con anticorpi e, nei casi più gravi, la chirurgia, che non è curativa. Si stima che il 70% dei pazienti con questo disturbo, richiederà un intervento chirurgico durante la loro vita e molti richiederanno ulteriori interventi.
Morbo di Crohn: la nanoterapia è efficace
“Abbiamo iniettato nella lesione intestinale nanomolecole che portano un peptide antinfiammatorio, che è una minuscola porzione di una proteina“.
Afferma l’autore senior Arun Sharma, PhD, direttore della ricerca chirurgica al Manne Research Institute al Lurie Children’s e poi professore associato di Urologia e Ingegneria Biomedica alla Northwestern University Feinberg School of Medicine e McCormick School of Engineering.
“I risultati sono stati fenomenali. Abbiamo visto una riduzione dell’infiammazione basata sulla riduzione delle cellule immunitarie e delle proteine pro-infiammatorie. La dimensione della lesione si è ridotta drasticamente, il che ci dà la speranza che con questa terapia possiamo salvare il tessuto infiammatorio ed evitare di dover rimuovere chirurgicamente segmenti di intestino nei casi gravi di Morbo di Crohn”.
In base al loro aspetto, queste nanomolecole permettono di introdurre una dose molto concentrata in una determinata zona. Il dottor Sharma e colleghi hanno osservato che si crea un ambiente antinfiammatorio che non solo impedisce alla lesione di crescere, ma riduce anche le sue dimensioni.
“Il nostro studio fornisce la prova di principio che questa nanoterapia può essere efficace per la malattia di Crohn e può essere applicabile ad altre malattie infiammatorie intestinali, come la colite ulcerosa”, dice il dottor Sharma. “Prima di poter tradurre questo lavoro in applicazioni cliniche, abbiamo bisogno di sviluppare una modalità di somministrazione meno invasiva, come quella orale o tramite endoscopia”.
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