Diabete di tipo 2: I farmaci inizialmente aumentano la produzione di glucosio
Sebbene gli inibitori SGLT-2 siano fondamentali per il trattamento del diabete, la loro esatta modalità d’azione era finora sconosciuta. In una ricerca, condotta da un gruppo guidato da Peter Wolf, Martin Krssak e Michael Krebs del Dipartimento di Medicina III della MedUni Vienna, la spettroscopia di risonanza magnetica (MRS) è stata utilizzata per dimostrare che esiste una correlazione diretta tra l’eliminazione del glucosio attraverso i reni e la produzione di nuovo glucosio nel fegato.
Una singola dose dell’inibitore SGLT-2 dapagliflozin dà luogo a un meccanismo di regolazione benefico, in cui la perdita di glucosio dovuta all’inibizione SGLT-2 indotta dal farmaco è esattamente bilanciata da un uguale aumento della nuova produzione di glucosio nel fegato. Lo studio è stato pubblicato sull’importante rivista Diabetes Care.
Diabete di tipo 2: Spiegazione della modalità d’azione degli inibitori SGLT2 di successo
Dapagliflozin è un farmaco del gruppo degli inibitori SGLT-2, che sono usati normalmente nel trattamento del diabete. Essi aumentano la quantità di glucosio che è successivamente espulso nelle urine. In questo modo si riducono i livelli di glucosio nel sangue e i pazienti perdono anche peso.
Un impatto positivo sul fegato adiposo, che è prevalente tra i diabetici, è anche descritto dopo un ciclo di dodici settimane del farmaco. Notevolmente, questo gruppo di farmaci sembra avere anche un effetto protettivo sul cuore e sui reni. Tuttavia, l’impatto in forma acuta sul metabolismo lipidico ed energetico non era ancora stato studiato in dettaglio.
Un team di ricerca guidato da Peter Wolf, Martin Krssak e Michael Krebs della divisione di endocrinologia e metabolismo presso il dipartimento di medicina III ha ora condotto uno studio utilizzando MRS; in cui hanno osservato sei pazienti diabetici e un gruppo di controllo di dieci volontari sani dopo aver preso dapagliflozin. Si è scoperto che, a breve termine, la quantità di glucosio supplementare prodotta nel fegato corrispondeva esattamente alla quantità persa nelle urine a causa dell’azione del farmaco.
In conclusione
Questo suggerisce che l’aumento dell’eliminazione del glucosio attraverso i reni innesca immediatamente una serie di meccanismi di regolazione; che a loro volta influenzano il metabolismo in diversi organi. E potrebbe quindi giocare un ruolo nell’effetto benefico di questo farmaco.
Lo studio, è prodotto in collaborazione con il Centro di eccellenza per la risonanza magnetica ad alto campo del Dipartimento di imaging biomedico e terapia guidata dalle immagini di MedUni Vienna. Utilizzando la risonanza magnetica ad alta risoluzione, è stato possibile quantificare le misurazioni seriali del glucosio; ed anche dell’accumulo di grasso nel fegato in modo non invasivo.
In combinazione con l’infusione di traccianti (come una soluzione di glucosio marcata, per esempio) è possibile utilizzare questa “biopsia virtuale” per identificare un cambiamento nel metabolismo del glucosio e dei lipidi in vivo. Ma anche per studiare l’impatto acuto e a breve termine dei farmaci.
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