A tutti i medici di Puglia
dott.ssa Zonno Giulia
“Prego, prima le signore…”
si sente spesso dire così per galanteria, ma nella vita quotidiana si ha invece l’impressione che si faccia di tutto per lasciarle indietro, le donne.
E questa volta la mancanza di rispetto avviene soprattutto per le donne medico.
Ebbene sì, perché la sorpresa del 2020 in Puglia per le per donne e mamme che esercitano la professione medica nell’area della medicina generale, è il mancato riconoscimento dei periodi di assenza dal lavoro per gravidanza a rischio. Ciò si traduce nella mancata attribuzione del relativo punteggio nella graduatoria di medicina generale.
La vita di un medico è spesso una corsa ad ostacoli con poco spazio per la vita privata. Il percorso formativo è lungo e per questo motivo spesso la creazione di una propria famiglia è spostata dopo i 30 anni d’età. Quando arriva il momento di dover dedicare del tempo a sé stesse e al prendersi cura di una nuova vita e del suo nuovo mondo, si vorrebbe essere circondate da qualche certezza. Per di più non tutte le gravidanze sono uguali. Alcune già dai primi periodi richiedono il riposo. Spossatezza, nausea, astenia, pressione bassa non hanno altro rimedio che il riposo.
Il tuo corpo ti chiede di fermarti, mentre tanta parte della società rimane cinicamente indifferente a questa necessità, chiedendoti di andare avanti come sempre.
A tutti i medici di Puglia: donne penalizzate
Frequentemente avvisaglie di rischio per la gravidanza mandano in crisi professioniste che sono donne forti e affermate; ma che in questa nuova situazione hanno il diritto di essere fragili pazienti disarmate. E nelle situazioni in cui si è cercato un figlio a lungo e magari in modo medicalmente assistito, l’angoscia al solo pensiero che qualcosa possa andare storto è paralizzante.
In queste situazioni una donna deve poter mettere il resto la sua vita in stand-by per il bene suo, del suo piccolo, del padre del bambino e del resto della famiglia.
Accudire durante e dopo la gravidanza il proprio figlio è una delle prove più impegnative della nostra vita; e richiede presenza costante, tempo e tutte le energie che si hanno a disposizione. Orari e ritmi di vita sono completamente stravolti e rimodulati in base alle nuove esigenze del proprio piccolo.
D’altro canto il lavoro di un medico esige sempre la necessità di saper prendere decisioni; di saper sopportare con calma e comprensione le reazioni più disparate dei pazienti. La capacità di tenere a mente e conciliare aspetti burocratici, organizzativi, clinico-diagnostici, affettivi, emotivi, economici nell’organizzazione del percorso di cura.
E per affrontare un lavoro che richiede massima attenzione e grande disponibilità, bisogna star bene ed essere presenti con testa e corpo.
Sono tante le realtà nelle quali davvero il sostegno alla gravidanza ti consente di staccare dagli impegni e doveri lavorativi.
Fra queste realtà evidentemente non c’è ancora del tutto l’Italia e, in particolare in questo caso, la Puglia, dove invece come donne medico veniamo penalizzate e vediamo mettere ostacoli sulla nostra progressione di carriera.
Veder riconosciuti i propri diritti
Prima di parlare del problema della bassa natalità nel nostro Paese e di diritti delle donne, governanti ed amministratori dovrebbero immergersi in queste realtà. Perché dal punto di vista del cittadino, tanti discorsi sui media sembrano rimanere pura teoria; e rimane null’altro che il senso di abbandono. Contribuendo a far sentire le donne medico inadeguate a questa società; dove il lusso di poter essere allo stesso tempo mamme e medici non ci è concesso.
Purtroppo una lettura distorta e del tutto in contrasto con la politica delle pari opportunità è quella che è stata data sulla astensione dal lavoro per gravidanza a rischio; che, pur configurandosi tecnicamente come malattia, è stata penalizzante in termini di acquisizione di punteggio in graduatoria regionale.
Di fronte a un dubbio interpretativo delle norme, provocatoriamente vorremmo dire che una amministrazione pubblica di buon senso e lungimirante avrebbe dovuto propendere per un’interpretazione tutelante e coerente con le normative nazionali; che permettesse alle donne medico, che operano come sostitute nel campo della medicina generale, di potersi veder riconoscere il punteggio per i periodi di gravidanza e puerperio. Anche se non pienamente rientranti nella durata dei loro incarichi provvisori.
È assurdo e gravissimo già soltanto che si sia lasciato spazio a fraintendimenti in merito al riconoscimento dei titoli di servizio con palese discriminazione delle mamme medico.
Eventi come malattia, infortunio, adozione di minore o assistenza a minore, assistenza a familiari totalmente invalidi, non possono in un mondo che si definisce civile essere delle croci sulle spalle dei lavoratori.
Conclusione: a tutti i medici di Puglia
E su questo piano, con questa prassi discriminante in caso di malattia, ad aggravare questa disparità di trattamento tra colleghi più o meno fortunati, vanno considerati gli effetti della pandemia; con tutti i periodi di quarantena o isolamento che tanti medici hanno osservato. Si parla tanto di pari opportunità, ma l’interpretazione miope che Regione Puglia ha voluto dare ci porta invece verso una disparità grave,;che penalizza chi si trova in una condizione di temporanea fragilità.
Per quanto esposto, invitiamo tutte le donne e uomini medico di Puglia a sottoscrivere questa nostra lettera, che chiede giustizia per l’intera categoria. QUI l’elenco dei medici firmatari.
Lettera aperta a tutti i medici di Puglia “Prego, prima le signore…” – Donne medico e diritti negati – dott.ssa Zonno Giulia