CAMPOBASSO – La Molisana nell’occhio del ciclone per alcuni formati di pasta che richiamano “la stagione del colonialismo” degli anni ’30. Sotto la lente d’ingrandimento sono finite, in particolare, le “Abissine”. Proprio così. C’è chi ha visto l’apologia del fascismo in una tipologia di pasta ideata sì all’epoca per celebrare qualcosa di sicuro abominio, ma che – è facile capirlo – era il regime stesso a imporre (della serie: prendere o lasciare, senza manifestare contrarietà).
Ciò però non vuol dire affatto che La Molisana giustifichi o approvi quel periodo. Esattamente. Lo conferma persino l’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) del Molise, che ha preso con convinzione le difese dell’azienda alimentare campobassana:
“Per chi conosce la storia della famiglia titolare del Pastificio ‘La Molisana’ – commenta all’Ansa Michele Petraroia dell’Anpi Molise – non possono sorgere incomprensioni su un tema così delicato. I nazifascisti, ritirandosi da Campobasso, distrussero la loro azienda. E nel dopoguerra, come spesso ricordava l’on. Alfredo Marraffini del Pci, il capostipite della famiglia Ferro partecipava alle sottoscrizioni della Festa de L’Unità”.
La Molisana nell’occhio del ciclone
La Molisana ha poi chiarito la sua posizione, facendo modificare la scheda descrittiva del prodotto e chiedendo scusa. Non solo: il pastificio ha anche garantito che da oggi in poi il nome di quella tipologia di pasta verrà cambiato (si chiameranno “conchiglie”). Non era tenuto a farlo, in quanto le “Abissine” venivano (e vengono) commercializzate anche da altri celebri marchi, ma per ragioni di marketing – prima ancora che di opportunità – si è ben pensato di spegnere ogni polemica al fine di evitare ulteriori danni di immagine e possibili boicottaggi da parte dei consumatori.
I quali, comunque, hanno manifestato il loro malcontento, perché a quel punto sono scesi in campo i nemici del politicamente corretto per contestare alla Molisana un’inutile “calata di braghe” di fronte a una situazione di cui l’azienda non aveva colpa. Si è parlato altresì di tradizione cancellata, trattandosi di un formato “storico”.
Il benaltrismo e l’inopportunità
Persino il Gambero Rosso ha pubblicato un articolo a favore del pastificio di Campobasso. Qui si tratta di capire da che parte stare. Se si vuole sostenere che esistano discorsi più importanti da fare ci si deve arrendere a un benaltrismo che esorterà sempre a “pensare a cose più serie” e liquiderà più o meno così qualsiasi questione.
Se invece si vuole andare oltre il semplice discorso gastronomico e rendersi conto che simili richiami a una pagina nera della nostra storia non sono più opportuni nel 2021, e non lo sono nemmeno per scherzo, allora questo ragionamento e questa condanna diventano giusti. Anche perché la qualità resta la stessa pure se il nome cambia.