Omceo: A Bari i poster della campagna “Ogni vita conta”, omaggio ai medici caduti. Ma un medico su 2 vorrebbe abbandonare il servizio pubblico
Il sindacato Anaoo Assomed
L’indagine, condotta dal sindacato Anaoo Assomed “Il lavoro in ospedale ai tempi del Covid”, accompagnata tramite la somministrazione di un questionario agli iscritti, parla chiaro: solo il 54% dei medici si vede ancora in un ospedale pubblico tra due anni; Tuttavia il 75% ritiene che il proprio lavoro non sia stato valorizzato.
“Non si può fare la sanità senza i medici! ” tuona Anelli. “E il disagio della Professione non nasce oggi, così come non nasce oggi la nostra denuncia: la pandemia di Covid ha solo messo in luce e amplificato carenze e zone grigie che erano già in atto, frutto di decenni di tagli lineari e di politiche che vedevano la salute e i professionisti come costi su cui risparmiare e non come risorse sulle quali investire”.
“La pandemia di Covid, però, ha impietosamente messo in luce carenze organizzative che erano ormai strutturali. Carenze di personale; che ha dovuto fare turni anche di 24 ore di seguito per poter gestire i pazienti che continuavano ad affluire senza sosta. Carenze a livello edilizio; con l’impossibilità, in molti ospedali, di separare i percorsi ‘sporco’ e ‘pulito’.”
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“Carenze strumentali, di posti letto, delle terapie intensive. Carenze nella sicurezza, che hanno portato molti medici a contagiarsi; alcuni a pagare con la vita il loro impegno. Nonostante tutto, i medici hanno continuato a svolgere il loro lavoro. Moltiplicando i sacrifici e le rinunce: oggi più che mai possiamo dire, a ragion veduta, che sono loro, il vero tessuto connettivo che tiene in piedi il Servizio Sanitario nazionale – aggiunge Anelli -. A ognuno va il nostro personale ringraziamento per non smettere mai di assistere i loro pazienti, va il ringraziamento dei cittadini e quello della Politica”.
“Ma non basta – argomenta poi il Presidente Fnomceo -. Ora è il momento dell’azione e della ricostruzione: occorre riconoscere e valorizzare l’impegno di tutti i medici. Non solo adeguando finalmente le loro retribuzioni – e le loro condizioni di lavoro – agli standard europei. Ma anche coinvolgendoli, come richiedono a gran voce, nei processi decisionali: chi, meglio di un medico, sa cosa occorre, ai medici e ai pazienti, perché il sistema di cure funzioni con efficienza, efficacia e qualità?”.
A Bari i poster della campagna “Ogni vita conta”: Anelli Conclude
Roberta Franceschetti