Il Mostro Di Modena, dieci omicidi efferati

Il Mostro Di Modena, dieci omicidi efferati

Il Mostro di Modena e il terrore di un serial Killer.

Assassino da marciapiede

«Uccide prostitute drogate, la gente non si commuove».

Sono 10 i delitti del “Mostro di Modena”, con molti punti in comune, ma le inchieste sono condotte separatamente. Dieci ragazze uccise in 13 anni. Da Filomena Gnasso, ritrovata il 15 novembre 1983 in zona Mercato Bestiame. Finita con cinque coltellate. Passando per Giovanna Marchetti, 21 agosto 1985; uccisa con un colpo di pietra, nelle campagne modenesi, tra i ruderi di una ex fornace a Baggiovara. Donatella Guerra 12 settembre 1987 strangolata e accoltellata in una cava vicina ai laghetti di San Damaso. Marina Balboni 1novembre 1987, strangolata con un foulard che portava al collo a Gargallo frazione di Carpi.

Claudia Santachiara, 30 maggio 1989; strangolata in un campo vicino il terminal dell’Autobrennero. Fabiana Zuccarini 8 marzo 1990 strangolata vicino a Staggia di Bomporto. Antonietta Sottosanti 13 ottobre 1990; soffocata con una calza di nylon in gola ritrovata dopo che un incendio si sviluppò nei palazzoni del Windsor Park a Modena.

Anna Abbruzzese, 4 febbraio 1992. Strangolata nelle campagne vicino San Prospero. Anna Maria Palermo 26 gennaio 1994 accoltellata e scaricata in un canale a Corlo e Monica Abate 3 Gennaio 1995 soffocata nel suo appartamento a Bologna, Storie di droga e di degrado, di disperazione e solitudine.

Il Mostro di Modena: così parlano i familiari delle vittime

I familiari delle vittime sostengono che se l’allarme non è mai scattato è perché le persone cosi dette “bene”, pensano che il killer ammazzi solo “quelle là”. Voci che danno ragione a Carlo Lucarelli, cronista e giallista, che sulla vicenda ha scritto un romanzo “Lupo mannaro” in cui lo spavaldo assassino rivela al poliziotto che lo sospetta «sa perché uccido solo prostitute giovani e drogate? Ho fatto un’indagine di marketing, sono le vittime più sicure: la loro morte non crea allarme sociale».

Uno studio di pochi anni fa, elaborato dall’Osservatorio di psicopatologia forense dell’Università ‘la Sapienza” di Roma, ha detto che il presunto mostro di Modena è il terzo ‘serial killer” ancora latitante in Italia, preceduto solo dal ‘mostro di Firenze” (16 vittime tutte coppiette) e da quello di Udine (18 prostitute uccise).

Negli anni, si è tentato di dare un nome e un volto ad almeno uno degli autori di questi omicidi, ma su base indiziaria, com’è successo per l’omicidio di Anna Maria Palermo. La Corte d’Assise davanti alla quale era stato trascinato un ex ciclista professionista, non ha potuto far altro che assolvere chi era stato indicato come presunto colpevole.

Confusione, approssimazione e superficialità – vedi da ultimo il caso Abate, che nemmeno un’inchiesta-bis a quattro anni da delitto è riuscita a chiarire – sono le costanti di quasi tutte le indagini di queste povere ragazze, troppo spesso e ingiustamente considerate vittime di serie B.

Basta elencare i delitti per rendersene conto.

A cominciare da quello di Giovanna Marchetti (agosto 1985) che fece finire in galera una persona al di sopra d’ogni sospetto solo per aver dato credito a un mentitore. Poi Donatella Guerra (settembre 1987), con l’assassino che lasciò le sue tracce – l’impronta di una scarpa e di una gomma d’auto – sul luogo del delitto. Nessuno si è mai preso la briga di cercare di chi fosse. Marina Balboni (novembre 1987), i diari dove la ragazza ha scritto tutto fino all’ultimo minuto di vita, non sono mai stati acquisiti dagli investigatori e sono ancora a casa dei genitori. Per Claudia Santachiara (maggio 1989) c’era una testimonianza registrata per la trasmissione “Telefono Giallo”, ma non andò in onda per “intervento politico” e il nastro fu gettato.

Fabiana Zuccarini (marzo 1990), il PM non si recò nemmeno sul luogo del delitto. Ci andò invece per Anna Abbruzzese (febbraio 1992), ma l’indagine è chiusa in poche settimane. Per Anna Maria Palermo (gennaio 1994) c’è stato un processo, finito come detto, con l’assassino assolto per non aver commesso il fatto. Del delitto Abate si è scritto e detto tanto in anni e anni di indagini e indagini-bis. Tutta aria fritta. E pensare che, non per tutti, ma almeno per alcuni dei delitti… sarebbe bastato indagare, subito e bene. Si è fatto tutto male e in ritardo. Auguriamo che così non sia anche questa volta, quando qualcuno ha deciso di indagare nel passato di una persona colpevole per capire se mai ci sia un nesso con altri delitti irrisolti.

Mostro di Modena: riaperte le indagini.

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by MDL

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