ROMA – Barolo Città italiana del vino 2021. La località in provincia di Cuneo ha vinto il concorso dell’Associazione Città del Vino, patrocinato dal ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali.
Per questo prestigioso titolo hanno gareggiato anche i territori di Bianco (Reggio Calabria), Duino Aurisina (Trieste), Montepulciano (Siena), Montespertoli (Firenze), Taurasi (Avellino) e Tollo (Chieti). A Duino Aurisina e Montepulciano la commissione ha riconosciuto una menzione speciale per la validità del progetto culturale che ha sostenuto le rispettive candidature.
Barolo Città italiana del vino 2021
Il programma vincitore di Barolo, che prevede vari eventi come mostre, seminari, Lectio magistralis, installazioni artistiche e altro, è stato sviluppato dal Comune in collaborazione con la Barolo&Castle Foundation, “che è il braccio esecutivo del calendario di appuntamenti della Città Italiana del Vino 2021”, si legge in una nota. Complessivamente sono in calendario 24 grandi iniziative. Il programma sarà pubblicato nei prossimi giorni sul sito internet ufficiale, in fase di realizzazione.
“Questo concorso tra i Comuni a vocazione vitivinicola ed enoturistica intende mettere in risalto – afferma il presidente di Città del Vino Floriano Zambon – l’influenza della cultura del vino nella società, nel paesaggio, nella cultura e nell’economia locale. È un’occasione per promuovere modelli virtuosi di gestione del territorio e valori culturali e di sostenibilità che da sempre contraddistinguono la nostra associazione”.
Ricordiamo che, secondo i dati definitivi della produzione vitivinicola italiana relativi alla campagna 2014/2015 e diffusi dal Ministero delle Politiche agricole, la produzione italiana di vino ha raggiunto nel 2014 i 44,7 milioni di ettolitri, in calo rispetto alla generosa vendemmia del 2013, che si era attestata a oltre 50 milioni di ettolitri, ma in linea con le previsioni vendemmiali fatte tra il mese di agosto e il mese di settembre. I vini Dop rappresentano il 35% della produzione vitivinicola nazionale, seguiti dai vini senza alcuna indicazione geografica con il 34% e dai vini Igp, 29%.