Joe Biden inizia la transizione alla Casa Bianca

Joe Biden inizia la transizione alla Casa Bianca

Il presidente eletto Joe Biden prosegue con il passaggio presidenziale presso la Casa Bianca. Ha già pianificato una task force per combattere la pandemia e gettato le basi per una serie di azioni esecutive. Il nuovo team valuta ora le opzioni legali se l’amministrazione uscente continua a ostacolare il trasferimento. Infatti Donald Trump non è disposto a concedere la vittoria e denuncia presunti brogli nei diversi Stati Usa.

La risposta di Joe Biden alle accuse

A causa del rifiuto di concessione della vittoria elettorale il nuovo presidente non starebbe ricevendo i briefing quotidiani dell’intelligence. Lo riporta il New York Times precisando che tutte le precedenti amministrazioni hanno sempre autorizzato i successori eletti a riceverli dopo la vittoria. Sebbene nessuna legge stabilisce che Joe Biden debba essere messo al corrente delle questioni di sicurezza nazionale. Il nuovo presidente ha risposto alle accuse dichiarando con sicurezza che:

Il rifiuto di Donald Trump di concedere la vittoria non ha molte conseguenze. Sulla strada della transizione possiamo andare avanti senza fondi e senza briefing”!

Intanto a livello mondiale Biden è già riconosciuto come legittimo presidente, da Emmanuel Macron, Angela Merkel, Boris Johnson e dal leader turco Recep Tayyip Erdogan. Mentre Vladimir Putin e Xi Jinping restano in attesa di un esito elettorale finale ufficiale.

Il procuratore generale Usa autorizza le indagini

Per chiarire la questione Bill Barr, procuratore generale degli Stati Uniti, ha permesso ai pubblici ministeri federali ad avviare indagini sulle presunte irregolarità nel voto. Questo ordine è arrivato mentre Trump combatte per invertire le vittorie limitate del rivale democratico in diversi stati chiave. E ha fatto causa alla Pennsylvania, ovvero lo stato che ha dato la vittoria a Biden, denunciando una presunta violazione della costituzione. Sostenendo che durante lo spoglio si sarebbe ricorso a un doppio standard per valutare i voti in persona e quelli per posta. Usando meno rigore nell’accertare la validità di questi ultimi. Un’accusa che potrebbe arrivare alla Corte Suprema e che coinvolgerebbe anche tutti gli Stati che hanno concesso a Biden di raggiungere gli oltre 270 elettori. La Pennsylvania, appunto, ma anche il Wisconsin, il Michigan, il Nevada, l’Arizona e la Georgia.