Luca Sacchi: la situazione ad un anno dall’omicidio

Luca Sacchi: la situazione ad un anno dall’omicidio

È passato un anno dall’omicidio di Luca Sacchi caduto a Roma in un agguato il 23 ottobre 2019. Quella sera davanti al Jhon Cabot Pub della Caffarella si scatena l’inferno tra la sua comitiva e quella della fidanzata Anastasia Kylemnyk contro due narcotrafficanti. Ovvero Valerio Del Grosso e Paolo Pirino riconosciuti rispettivamente come l’esecutore materiale del delitto ed il complice. Ad armare la loro mano è Marcello De Propris, 22 anni, accusato con loro della morte del 24enne romano. L’arma è un revolver calibro 38, detenuto illegalmente dal padre del ragazzo, Armando, anche lui indagato per droga.

La ricostruzione dell’omicidio di Luca Sacchi

La pistola serviva solo a spaventare i ragazzi che con Pirino e Del Grosso dovevano concludere uno scambio orchestrato da De Propris. Ovvero 70mila euro contenuti nello zaino della ragazza per 15 chili di droga. Ma spinti dall’avidità Pirino e Del Grosso cambiano i piani e decidono di rapinare i ragazzi, come confermato da intercettazioni ambientali. Tuttavia le cose precipitano quando Del Grosso spara un colpo che trapassa il cranio di Luca Sacchi da parte a parte. A confermarlo è l’autopsia eseguita il 28 ottobre 2019 come anche i risultati della perizia balistica presentati ai giudici della Corte d’Assise di Roma. Inoltre, grazie ad un sofisticato programma di grafica 3D, il medico legale e consulente della procura Aniello Maiese ha riprodotto le fasi dell’agguato. Ed è emersa una ricostruzione da brivido, infatti precedentemente alla sparatoria avviene un brutale pestaggio.

Il processo e i nuovi imputati

Un’aggressione eseguita con un’arma contundente riconducibile ad una mazza da baseball. Questa sarebbe l’arma usata dai due uomini prima di strappare lo zainetto rosa, con i soldi destinati all’acquisto di marijuana, della fidanzata della vittima. Proprio a lei è attribuito un ruolo centrale in tutta questa storia. Anastasia Kylemnyk, fermata con obbligo di firma, non ha mai collaborato con gli organi investigativi. Questa intenzione è interpretata da chi indaga come una volontà di preservare le relazione criminali acquisite nel mondo dello spaccio. Davanti al Gip si è difesa dicendo di non sapere nulla della droga e scaricando ogni responsabilità su Giovanni Princi ritenuto la mente dell’affare. Durante il processo non sono mancati colpi di scena, come ad esempio un video che aggiunge al caso un nuovo imputato: Valerio Rispoli. Nelle immagini è insieme a Valerio del Grosso, Marcello e Armando De Propris.

I dubbio da chiarire sulla vicenda

Queste nuove prove aggiunte agli atti servono a far luce su un caso che resta ancora da definire. Ad esempio quale rapporto c’era tra Anastasia e Princi? C’è poi un altro dettaglio, con i soldi provenienti dalla vendita di stupefacenti la ragazza probabilmente voleva prendere in affitto una casa. A dimostrarlo la caparra versata di 900 euro per un appartamento in via Baronio. Gli inquirenti ipotizzano che Anastasia sappia molto di più sulla trattativa di quanto emerso finora, tutti interrogativi che dovranno essere risolti entro la metà del 2021 quando sarà emessa la sentenza.